Occorre dar merito al Circolo di Cultura di Sciacca e all’Associazione Culturale di Neuroscienze “Prometeo” di aver indirettamente riportato al centro del dibattito pubblico, attraverso l’aspetto divulgativo di conoscenza dei suoi aspetti sanitari, una delle problematiche più spinose della realtà cittadina, ossia la mancata attivazione a Sciacca della Spoke Unit a cui gli Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera avrebbero avuto diritto dopo che la nostra città era stata inserita nella “rete regionale Stroke Unit” con il decreto 2057 del 18.11.2019 dell’Assessorato regionale alla Sanità.
Sapete cosa significa questa mancata attivazione? Significa che un cittadino del distretto sanitario di Sciacca che sia colpito da un ictus celebrale ischemico, evento patologico assai grave e dagli esiti tempo-dipendenti, potrà subire a causa di esso gravi conseguenze invalidanti, che con la disponibilità in loco della Spoke Unit sarebbe invece possibile impedire.
Non a caso quindi l’incontro svoltosi ieri al Circolo di Cultura, con relatori assai qualificati, aveva per titolo:
Nell’intervista rilasciata a Giovanna Venezia di Risoluto, il neuroradiologo Giuseppe Craparo, direttore dell’Unita’ Operativa complessa di Neuroradiologia Diagnostica e Interventistica /ARNAS Civico di Palermo dice tra l’altro che per far diventare realmente Sciacca un centro della rete Stroke Unit “serve un progetto serio e contano i fatti e non le parole”.
Tutto vero, contano i fatti e non le parole per trasformare un progetto in realtà…
E chi avrebbe dovuto realizzarli questi “fatti”?
Riteniamo che la risposta possa dedursi dall’art. 2 dello stesso decreto 2057/2019:
Quindi il responsabile di trasformare quella previsione legislativa in fatti avrebbe dovuto essere il dirigente generale dell’ASP di Agrigento, ossia quel Commissario straordinario che in tre anni e mezzo non ha fatto praticamente nulla a tal proposito, mentre ad esempio in ASP Trapani nonostante la pandemia riuscivano ad assumere neurologi e trasferirne altri da Mazara del Vallo a Castelvetrano per creare le condizioni affinché sul presidio ospedaliero di Castelvetrano si realizzassero le condizioni per poter attivare quella stessa Spoke Unit che avrebbe dovuto avere l’ospedale di Sciacca
Abbiamo già scritto su ServireSciacca di come in ASP Agrigento si sia riuscito, nel periodo considerato, financo a NON trasferire a Sciacca una dottoressa neurologa di Sciacca che a Sciacca avrebbe voluto venirci, e che invece è stata assunta prima da ASP Trapani e poi da ASP Palermo.
Queste sono le cose che accadano nella sanità ospedaliera dell’ASP agrigentina, senza che nessuno sia chiamato a risponderne in termini di responsabilità.
“Deve essere una battaglia di civiltà riuscire ad avere la Spoke a Sciacca”, ha detto il dr. Cirafisi, mentre il dr. Di Vita ha fatto appello alla politica e l’ha invitata ad adoperarsi in modo concreto in favore del territorio per imporre alle autorità sanitarie di mettere in pratica ciò che al momento è solo sulla carta.
Per gentile concessione di Risoluto, che ringraziamo, riportiamo qui di seguito il link dell’intervista di Giovanna Venezia al dr. Craparo: