“Qui sulle aride pendici del temibile Vesuvio, portatore di sterminio, che nessun altro albero o fiore allieta col suo aspetto, spargi intorno i tuoi cespugli solitari, profumata ginestra, che ti accontenti di vivere in luoghi desertici. ” Leopardi sviluppa l’aspra critica nei confronti del suo tempo. L’input gli viene dato dalla vista della ginestra, un docile fiore che vede crescere sulle pendici del Vesuvio, lì dove città ed esseri umani sono stati distrutti dalla crudeltà della Natura che non si cura dei propri figli. Da qui, il poeta sviluppa tutto la propria polemica e il proprio scetticismo verso gli uomini a lui contemporanei che credono di essere immortali, mentre in realtà sono impotenti di fronte alla smisurata potenza della Natura. Dalla consapevolezza della propria misera condizione deve nascere, secondo Leopardi, un sentimento di solidarietà umana.
Ma le ginestre di cui vi parlo sono fuori dal contesto letterario. Sono quelle umili piante che in queste settimane spuntano di qua e di là, nelle nostre campagne, sui cigli delle strade, come una esplosione di giallo in mezzo al verde destinato, con il caldo imminente, a dare spazio a un altra tonalità di colore. Il loro profumo accompagna quanti, in questi giorni di fine maggio, si recano a piedi al santuario di San Calogero sul Monte Kronio. Una devozione che unisce e accomuna la gente del nostro popolo che volentieri percorre a piedi la strada e i sentieri che portano alla Basilica, sperando nella protezione del Santo taumaturgo.
In effetti, il cammino di San Calogero unisce l’aspetto religioso a quello naturalistico. Ad accompagnare i pellegrini è una campagna siciliana lussureggiante in cui la ginestra la fa da padrona, ma non è la sola. Cespugli profumati di varie specie emanano i loro effluvi e ad unire le voci festose della gente ci sono canti e preghiere dal sapore antico. Nell’età classica la ginestra venne più volte citata da Plinio il vecchio, il quale credeva che le ceneri della ginestra contenessero oro, probabilmente per via del colore dei suoi fiori che esposti alla luce del sole ricordano il colore dell’oro.
Al giorno d’oggi la ginestra è ancora utilizzata per produrre sia corde che una particolare fibra tessile che può sostituire la canapa, il lino e la iuta nella creazione di capi d’abbigliamento. Inoltre, dai residui di lavorazione del legno della ginestra si ottiene una cellulosa di ottima qualità. Nel linguaggio dei fiori e delle piante la ginestra in molti paesi mediterranei simboleggia la modestia e l’umiltà, poiché cresce anche in terreni dall’habitat estremo.