Se l’avessimo saputo prima avremmo sicuramente trovato il modo di inserirlo nel nutritissimo cartellone dell’estate saccense: 14 agosto, la Giornata delle Meduse.
Loro però arrivano senza preavviso, lasciandosi trasportare dalle correnti del mare, nel quale sembrano danzare quasi in trasparenza.
E oggi, 14 agosto, sulla spiaggia del Lido (parliamo solo di essa perché lì siamo stati) è stata la Giornata delle Meduse.
Che sono arrivate fino a riva in una quantità tale che hanno di fatto impedito di fare il classico bagno a mare ferragostiano, sia in mattinata che nel pomeriggio.
Sono stati in tanti allora, ragazzi e adulti, a trasformarsi in “cacciatori di meduse”. Con ogni mezzo disponibile: pezzi di legno, secchielli, rastrelli, ecc.
Ma era un gioco impari, senza storia, le meduse erano centinaia, forse anche migliaia, chi voleva avventurarsi in mare doveva affrontare il rischio assai concreto, quasi certo direi, di una puntura di medusa.
A fine giornata, all’ora del tramonto, le tracce inconfondibili di questa giornata di battaglia stavano tutte lì, sull’arenile più prossimo al mare, tanti piccoli cumuli di meduse ormai prive di vita, accatastati da ognuno dei nostri improvvisati cacciatori, qualcuno dei quali aveva anche avuto l’accortezza di segnalare ai passanti disattenti il potenziale pericolo di quel piccolo ammasso di meduse strappate al loro dondolio nell’acqua marina.
E dire che le meduse costituiscono un presidio di primaria importanza per l’equilibrio dell’ecosistema: ma, proprio a Ferragosto dovevano decidere di venire a farci visita?
Fin qui il nostro articolo “di colore”, su un atteggiamento che tuttavia, come ci ha precisato immediatamente e giustamente l’associazione ambientalista Marevivo, oltre che un atto barbaro è anche un reato.
Le associazioni ambientaliste stanno facendo battaglie per dissuadere la gente dal togliere le meduse dal mare, facendole morire, ed è quindi importante che un articolo di colore diventi anche e sopratutto un ammonimento contro un comportamento sbagliato.