Angelo Izzo scrive. Oggi ha 67 anni, è entrato in carcere a 20 per scontare il primo ergastolo, quello per il massacro del Circeo, e in cella sta ancora scontando la condanna per il secondo ergastolo, per il delitto di Ferrazzano. Una vita recluso, ingabbiato, tra penitenziari, speciali e non, di mezza Italia.
E a un certo punto Angelo Izzo inizia a scrivere. Ha una smania incontenibile di raccontarsi, raccontare la sua verità, per rendere quasi epica la sua immagine al lettore, per montare l’aura di un male a suo dire inevitabile. Pagine del tutto inedite, quasi incredibili da leggere.
Questo libro nasce “grazie” a quelle pagine. Alla testimonianza dura, durissima, che troverete in quelle pagine. Un libro, però , che da quelle pagine prende tutta la distanza possibile, perché quelle pagine sono un documento sull’orrore di una mente, di un gruppo di persone, di un periofo della storia del nostro Paese che ha lasciato cicatrici indelebili sulle generazioni del tempo e ha gettato su quelle a venire l’ombra nera di un male sempre pronto ad incombere.
Attraverso i diari di Izzo, scorrendo questo elenco degli orrori, questo scritto autoincensante e narcisista, l’autrice cerca di raccontare l’uomo nero dalle origini ai nostri giorni, per provare a capire come un’anima possa attraversare la linea del bene senza riuscire a tornare indietro e come – dopo aver scontato trent’anni di carcere per il massacro del Circeo- si possa compiere lo stesso delitto con la stessa identica efferatezza. Senza un minimo cenno di pentimento. Una parabola lunga cinquant’anni.
A seguire la registrazione dell’incontro con l’autrice Ilaria Amenta, che conversa con Massimo D’Antoni alla Lega Navale per “Libri sotto le stelle” della Mondadori Bookstore, evento seguito in diretta da ServireSciacca.