E chi se lo aspettava che Francesca Valenti decidesse di mettersi l’elmetto e di scendere in campo in prima persona contro la Regione con un’iniziativa forte quale una “Marcia su Palermo” lunga quattro giorni attraverso quattro tappe?
Se qualcuno alza il dito lo prendo per spergiuro…!
Neanche chi scrive questo editoriale, che pure aveva pubblicamente invitato la sindaca a intestarsi la battaglia della città contro la Regione (lettera aperta del 5.12.2020 su questo Blog giornalistico) aveva osato sperare in tanto…
E invece la nostra Sindaca ci ha spiazzato tutti e ha lanciato il guanto di sfida in un modo eclatante, magari troppo complicato e organizzativamente complesso ha subito commentato qualcuno.
Nella mia mente mi sono immaginato la scena di Francesca Valenti segretamente rinchiusa nel suo ufficio di primo cittadino, in compagni dei fidatissimi Michele Catanzaro e Sino Caracappa, subito dopo il rientro da Roma e l’incontro con i vertici dell’INAIL, intenta a tracciare le linee di questo inatteso “ricorso alle armi” dopo aver dovuto prendere definitivamente atto che il buon Nello Musumeci stava prendendo per i fondelli un’intera città, un intero territorio e tutti quanti nel rilancio del termalismo ci credono davvero.
E poco importa se tanti altri, in primis le componenti civiche di questa contesa, a questa consapevolezza ci erano arrivati già da un pezzo e lo avevano messo nero su bianco.
Mancava il capo popolo e quindi l’importante adesso è che la nostra Sindaca abbia dissotterrato l’ascia di guerra e deciso di provare ad indossare i panni del condottiero, prendendo atto di quello che il suo assessore al Turismo ha definito il “tradimento” da parte di Musumeci.
L’importante è che Francesca Valenti abbia a gran voce dichiarato che la Marcia su Palermo non avrà e non dovrà avere alcun colore di parte politica, che dovrà essere un momento di forte protesta unitaria, che unisca tutte le forze della città e del territorio in difesa di un bene comune identitario. L’importante è che Francesca Valenti abbia dichiarato che coinvolgerà tutti i sindaci del circondario, perché la lotta per il termalismo di Sciacca riguarda lo sviluppo turistico futuro di tutto il territorio.
Ovviamente, trovandoci a Sciacca, non sono mancati i primi commenti velatamente critici su quali possano essere i motivi reali che ispirano questa discesa in campo, sul perché solo adesso, così come sulle possibili difficoltà organizzative della modalità di protesta prescelta.
Ma sono anche arrivate, tempestive, le prime dichiarazioni di piena adesione, dal Comitato Civico Patrimonio Termale, dal Circolo di Sciacca del Partito Democratico e dal deputato regionale del PD Michele Catanzaro
Anche ServireSciacca intende esprimere con questo editoriale la propria posizione, in modo chiaro e immediato.
L’appello della sindaca a partecipare va accolto senza alcuna incertezza perché, indipendentemente da ogni possibile e inopportuno retro pensiero, la città di Sciacca non può fallire l’appuntamento con questo momento di possibile svolta nella tristissima vicenda del nostro patrimonio termale. Oggi o mai più, si deve dire: quindi mettiamo da parte la nostra rassegnazione, il nostro scetticismo, le nostre riserve mentali. Un domani potrebbe anche essere troppo tardi per riuscire a salvare le nostre Terme, occorre agire oggi, occorre dare una prova di forza unitaria per far capire ad una Regione siciliana inetta che la città, con tutto il suo territorio, vuole riscattarsi, rivuole le sue Terme, anzi ne pretende il rilancio e la valorizzazione. I nostri figli più giovani lo richiedono, sentiamoci responsabili del loro futuro.
Ci stanno chiedendo di donare almeno un’ora del nostro tempo per marciare a piedi verso un futuro migliore per questa città. Lasciamo a chi di dovere i dettagli organizzativi della cosa.
Noi, cittadini attivi, pensiamo soltanto a scendere tutti in campo, mettiamoci in marcia!