Leonardo Angelo Pumilia ricorda Vincenzo Catanzaro
“La notizia mi ha colto alla sprovvista. Anche se era nell’aria e sapevamo che, negli ultimo tempi , Vincenzo non stava bene. Lo incontravo la mattina mentre prendeva il caffè all’aperto, in un bar della Perriera. Ci intrattenevamo qualche minuto con lui, scherzando sui guai dell’età, sul tempo, su quel più e meno che caratterizza i discorsi di amici di vecchia data.
Perchè tali siamo stati, condividendo un percorso parallelo che ci ha portato a vivere la comune passione per il teatro. Di recente, questo inverno passato, l’ho voluto coinvolgere in un mini spettacolo nel salone del Circolo di Cultura, dove ci regalato una delle sue indimenticabili performance. Con Liliana prima e con un gruppetto di autori dei copioni del Carnevale, poi.
Era sempre disponibile, quando si trattava di ricordare con i testi teatrali o con i versi dei copioni carnevaleschi che più volte ci hanno visto rivaleggiare, i tempi indimenticabili che abbiamo trascorso, dai banchi del Liceo in poi. Un pezzo della nostra generazione, in cui la vita si mescolava alla goliardia giovanile prima, e alla creatività di autori di teatro e Carnevale.
Tu, caro Vincenzo, sei andato oltre, entrando , anche se nella tua maturità, nel dorato mondo del cinema e delle fiction tv, dove hai dato prova di grande professionalità, come hai sempre fatto in tutto quello che facevi. La tua chioma bianca con i baffi in sintonia perfetta erano inconfondibili.
Grandi soddisfazioni, nella carriera e nella vita. Hai creato nella vita una famiglia bellissima che facevi convivere in armonia con la tua famiglia teatrale. Una simbiosi perfetta tra vita e arte. La tristezza che oggi ci coglie al pensiero di non poterti più incontrare e sorridere con te, va oltre. E’ la tristezza che ci coglie ogni qual volta qualcuno della nostra stessa età scompare. Abbiamo la consapevolezza che quel mondo che insieme abbiamo creato, fatto di sacrifici, di sogni, di creatività nel nome di una città che amiamo, si dissolva e ,piano piano scompaia, lasciandoci inermi, sconsolati, soli…”
Io me lo ricorderò sempre con chioma e baffi neri, perché è stato il mio insegnante di italiano nelle scuole medie presso l’istituto Mariano Rossi allora in via Carusi nel triennio 1982/1985.
R.I.P. e condoglianze alla famiglia
Un altro pezzo della storia saccense che va via, lasciando ricordi indelebili a tutta la cittadinanza, e oltre; ancor di più a coloro che lo abbiamo conosciuto personalmente; grazie Vincenzo per ciò che sei stato e per quello che lasci ai posteri.
Un grosso abbraccio a Liliana e ai figli