“Ripartire da zero, nel parlare di turismo in questa città, dal punto di vista dei servizi tche dà il Comune” è quanto propone il consigliere indipendente Giuseppe Catanzaro, in una sua odierna nota stampa. Per Catanzaro la mancanza di servizi è stata evidente in questa stagione turistica che si avvia a conclusione. E per uscire dall’ immobilismo il consigliere comunale ex Mizzica propone due cose concrete che ad oggi non ci sono: riaprire i bagni pubblici e attivare il servizio tdi info point per i visitatori.

Questa breve nota ci fornisce lo spunto per trattare un argomento che riteniamo di importanza strategica e fondamentale per un significativo rilancio e sviluppo della nostra città, che richiederebbe molto più dei piccoli passi (sia pur utili) indicati da Catanzaro.

Chiunque ami Sciacca concorda sul fatto che questa nostra città, splendida nella sua innata bellezza, ha ormai da alcuni decenni imboccato un percorso di declino che sembra irreversibile, e che naturalisticamente si potrebbe raffigurare in un tramonto, rispetto ad altre città siciliane anche a noi vicine, un tramonto come quello fotografato proprio a Sciacca in questo bellissimo scatto di Michele Corso:

Chiunque ami Sciacca dovrebbe al contrario desiderare che questa città possa essere naturalisticamente rappresentata come un sole che all’aurora risorge per illuminarne la bellezza innata e valorizzarne la sua più autentica vocazione turistica.

Turismo, la parola chiave che da sola esprime e racchiude in sé la reale possibilità di migliorare il benessere economico ed occupazionale di chi a Sciacca ci vive e ci abita. Perché solo il turismo è un settore economico che presenta grandi margini di sviluppo, unitamente alla possibilità di trainare con sé in positivo altri settori come agricoltura, pesca, artigianato, servizi.

Una visione di sviluppo turistico a beneficio non tanto e non solo dei maggiori flussi turistici che arriverebbero, ma innanzitutto della stessa popolazione di Sciacca in termini economici, occupazionali e di vivibilità della città.

E chi ama Sciacca non può non rendersi conto di come la nostra città abbia fatto finora di tutto per NON assecondare questa sua innata vocazione e potenzialità in chiave turistica:

le Terme sono chiuse, mai nessun investimento infrastrutturale a servizio delle spiagge, teatro Samona’ e parco termale chiusi, la zona balneare più vicina al centro abitato inagibile alla balneazione per le fogne che sfociano ancora a mare, la zona portuale da diporto priva di requisiti essenziali, l’area di San Calogero totalmente abbandonata, con le grotte vaporose inibite alle cure terapeutiche e l’Antiquarium chiuso al pubblico, il centro storico moribondo e mai pedonalizzato, il museo regionale mai venuto in vita, le due stazioni di bici elettriche miserevolmente chiuse, un sistema viario pieno di buche e transenne, i due bellissimi e tipici quartieri sopra e sotto il centro storico nei quali gli ultimi investimenti di risanamento e valorizzazione risalgono alla giunta Cucchiara, il decoro del centro storico quasi mai oggetto di attenzione e di investimenti, luoghi naturalisticamente e storicamente significativi abbandonati al degrado (piazzale di Rocca Regina) così come alcuni monumenti importanti.

Questa è la realtà, che suona come una sentenza di condanna per una classe politica incapace e quindi inadeguata.

Al contrario, note positive arrivano dall’iniziativa e imprenditoria privata, dimostratasi capace di realizzare nuovi investimenti nel settore turistico, che tuttavia inevitabilmente soffrono per la mancanza dell’indispensabile supporto della parte pubblica, amministrazione dopo amministrazione, un consiglio comunale dopo l’altro.

Cosa si può fare?

Occorrerebbe ripartire da zero, resettare il passato e con esso una modalità di amministrare la città nella quale non trova mai spazio la progettualità. Occorrerebbe costruire e realizzare innanzitutto una “visione di città turistica”, che era proprio la parola d’ordine della campagna elettorale di Fabio Termine.

Una costruzione di visione di città turistica attorno alla quale chiamare a raccolta e al lavoro non solo tutte le espressioni politiche cittadine che vogliano parteciparvi, ma anche le categorie professionali e produttive. Insomma, un gioco di squadra per progettare e gradualmente realizzare nel tempo un nuovo futuro per “Sciacca città turistica”, avendone preliminarmente chiara la visione e le tappe del percorso da intraprendere.

E su questa progettazione impostare a seguire tutte le conseguenti azioni, politiche a amministrative, concentrandosi sulle cose veramente essenziali e necessarie nella prospettiva di “Sciacca città turistica”, indipendentemente dai colori politici delle amministrazioni.

Tutto ciò non è certamente facile, e a molti potrà sembrare impossibile o frutto della fantasia di un giornalista sognatore: ma è proprio a questo che dovrebbe servire la politica.

E quando occorre, anche facendo reset e ripartendo da zero.

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