Diverse migliaia di persone, sicuramente oltre cinque mila (ma c’è chi con il drone ha quantificato tra otto e dieci mila) sono scese in piazza a Sciacca nella mattinata del 6 Marzo per chiedere la riapertura e la valorizzazione delle storiche Terme di Sciacca, nella giornata civica di mobilitazione popolare promossa e organizzata dal Comitato Civico Patrimonio Termale.

Un momento storico per la città, che mai aveva visto accadere qualcosa di simile ad una grande mobilitazione del genere.

I manifestanti,di ogni età e categoria sociale, dagli studenti ai pensionati, dai commercianti alle associazioni, hanno sfilato pacificamente e preceduti dalla banda musicale, dalla piazza Scandaliato fino al piazzale antistante lo stabilimento termale che sovrasta il mare di Camordino, esprimendo il desiderio e la richiesta che venga riportata in vita dalla Regione una risorsa fondamentale e strategica per l’economia locale e regionale.

Numerosi striscioni e slogan hanno colorato il corteo ed evidenziato l’importanza delle Terme non solo come fattore di attrazione turistica, ma anche come fonte di benessere e occupazione per la comunità, sottolineando la necessità di azioni immediate da parte delle istituzioni e della politica.

L’intera comunità territoriale, con la presenza di tutti i sindaci dei comuni del territorio, si è ritrovata unita in questa manifestazione civica di solidarietà e consapevolezza, chiedendo agli amministratori locali e regionali di intervenire concretamente per realizzare la riapertura e il buon funzionamento del complesso termale, ormai totalmente chiuso e abbandonato esattamente da nove anni, da quel 6 marzo 2015 in cui le porte del Grande Hotel delle Terme, dello stabilimento termale di via Agatocle, delle Grotte vaporose sul Monte Kronio, del parco termale con piscina sulfurea, delle Piscine dei Molinelli e dell’ex convento di San Francesco si chiusero per non riaprire più.

A conclusione del corteo gli interventi della studentessa Flavia Mandracchia, del vicariò dell’Arcivescovo di Agrigento Don Giuseppe Cumbo, del presidente del Consiglio Comunale Ignazio Messina, del Sindaco Fabio Termine, del Presidente onorario del Comitato Civica Ignazio Cucchiara e del Coordinatore dello stesso Comitato Nino Porrello.

Ha rappresentato tutte le scuole di Sciacca presenti alla manifestazione la studentessa del Liceo Classico “T.Fazello” Flavia Mandraccia, che ha tra l’altro detto:

Noi come giovani sentiamo la responsabilità di scendere in piazza per dire la nostra, per rivendicare un futuro migliore al quale abbiamo diritto, noi non possiamo subire il vincolo penalizzante di una situazione che non è solo quella provinciale ma soprattutto quella siciliana, essere costretti ad andare fuori dalla nostra terra perché qui non ci sono opportunità lavorative”.

L’iniziativa promossa e organizzata dal Comitato Civico Patrimonio Termale puntava a sollecitare la Regione Siciliana, proprietaria degli immobili, a trovare una soluzione di privatizzazione della gestione del complesso termale.

Per questo nei diversi interventi è emerso un forte appello affinché le istituzioni locali e sopratutto quelle regionali agiscano finalmente con prontezza per supportare il settore turistico e termale, vitale per l’economia dell’intera comunità territoriale di Sciacca.

La storia delle Terme di Sciacca è strettamente legata a quella della città. Secondo la leggenda, la scoperta del patrimonio termale è attribuita al mitico architetto Dedalo che, dopo aver costruito il suo celebre labirinto, fuggì da Creta e si fermò nei pressi delle Grotte vaporose sul Monte Kronio, riconoscendone gli usi curativi e terapeutici e realizzandovi i sedili scolpiti nella pietra.

Storicamente, furono i Greci a fondare un piccolo villaggio, attratti dalla terra fertile, dal mare pescoso e dal vapore terapeutico proveniente dalle viscere della montagna e dalle varie sorgenti termali presenti nella zona.
Dopo la Prima Guerra Punica, la città passò sotto il dominio romano e durante l’Impero fu chiamata Aquae Labodes.

I Romani, amanti delle Terme, utilizzavano non solo i vapori delle grotte, ma anche le acque sulfuree che sgorgavano a valle. I benefici erano evidenti e le Terme di Sciacca venivano considerate superiori a quelle di Roma.

A causa delle invasioni barbariche, Roma perse il suo dominio nel Mediterraneo e ci fu un periodo in cui le terme furono dimenticate. Quando San Calogero arrivò a Sciacca nel 530 d.C., le terme furono riutilizzate. San Calogero convertì gli abitanti al cristianesimo e utilizzò le stufe “miracolose” per scopi terapeutici. Durante il Medioevo, i monaci dell’eremo di San Calogero continuarono a curare i malati con le cosiddette stufe, che divennero molto popolari.

Sciacca, un tempo era ricca di sorgenti e fonti termali oggi in gran parte smarrite, vive oggi un momento difficile a causa della chiusura di tutti i suoi stabilimenti termali, un problema gravissimo dal punto di vista economico e turistico se si tiene conto che in altre località italiane e in Europa le Terme rappresentano una vera risorsa e fonte di ricchezza.

ServireSciacca ha ripreso in diretta facebook l’intera manifestazione, che il lettore interessato può vedere cliccando sul link sottostante:

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