ServireSciacca ha il piacere di ospitare qui di seguito, per la sua importanza e qualità di contenuto, e con il consenso dell’autrice, un articolo di Flavia Verde pubblicato su “ilblogdiflavia”:
Il 24 luglio 2021 è una data che ha scosso dal torpore molti di noi, quella nebbia di confusione e di pigrizia in cui ci ha precipitato in questi ultimi anni la pandemia, ma anche l’incapace e soporifera gestione della cosa pubblica. La comunità di Sciacca, rappresentata dal Museo Diffuso dei 5 sensi ha riaperto le grotte vaporose del Monte Kronio, uno dei simboli di quel termalismo strappato al nostro popolo dalla scellerate scelte politiche dell’ultimo cinquantennio.

Che a Sciacca qualcosa “riapra”, abituati, per come siamo alle chiusure di tanti siti e monumenti, sa di miracoloso. Ma la diffidenza e il pessimismo dei più sono stati spazzati via dalla determinazione e dal contagioso amore per la città che un gruppo di volenterosi continua a manifestare in barba a ogni rassegnazione.

“La riapertura delle stufe di San Calogero, anche se per il momento a soli fini storico-naturalistico- culturali, consente di riattivare la memoria di una città e la consapevolezza di un’intera comunità verso parte del suo patrimonio dall’inestimabile valore e permette di farla conoscere e renderla fruibile al turismo internazionale” – commenta la comunità del Museo Diffuso dei 5 Sensi di Sciacca. – “Si tratta di una fruizione totalmente gratuita gestita, così come è stato fatto con l’apertura della Badia Grande, assieme alle tante realtà saccensi che condividono la volontà di recuperare e valorizzare le perle identitarie da troppo tempo non più fruibili.”

I visitatori non si sono fatti attendere, anzi. Oggi la media delle presenze è di 60 persone al giorno, con minimi di 40 e massimo di cento, in due ore di apertura con turnazione nelle tre aree(grotta del Santo, anticamera e stufe), in modo da garantire il distanziamento e un giro continuo e far attendere il meno possibile chi ha voglia di conoscer questo sito così straordinario.

Il giudizio dei turisti e dei tanti saccensi che non conoscevano le grotte sono entusiastici. Anche i bambini e i ragazzi che accompagnano i genitori nella visita, ne riportano impressioni positive e di meraviglia per un luogo così originale naturalisticamente, reso ancora più interessante dai racconti mitologici e religiosi legati alle figure di Dedalo e San Calogero che vengono fatti dai volontari delle associazioni che si prestano, a turno, a svolgere la funzione di guide. Adesso tutti vogliono vedere le grotte vaporose. Chiunque ne parla e chiede modalità e tempi delle visite. Esserci riappropriati di un sito così affettivamente vicino alla nostra storia, un qualcosa che sentiamo “nostro”, é molto importante per ridarci fiducia e nutrire la nostra speranza. Pensiamo: “Allora, si può fare qualcosa, se si vuole davvero e se si crede fermamente in quello che si fa.” Davvero, dipende da noi. Ricordiamocelo, nel prossimo futuro.

Lascio alle parole e agli studi di Pippo Verde il compito di illustrarvi il significato storico e antropologico di questo sito.
“I preistorici, che abitavano le sue grotte sin dal Paleolitico, decisero nel Neolitico di calarsi dentro il monte e lasciarvi delle offerte per rabbonire una divinità che forse ritenevano arrabbiata (l’incipiente vapore e le scosse telluriche li allontanavano dalla loro antica sede). A 50 metri di profondità (dalla cima del monte Cronio) si trovano ancora oggi una quarantina di vasi che costituiscono un santuario preistorico dedicato alla Madre Terra, vecchio di ben quattromila anni. Accanto ad essi, ogni tanto, si trovano resti umani: un vero rompicapo per i pochi archeologi che vi sono discesi (che però escludono trattarsi di un sepolcreto). Oggi, i vivi vi scendono con molta difficoltà, tramite delle scale in ferro collocate circa trent’anni fa dalla Commissione Grotte di Trieste che vi ha realizzato complessivamente 11 spedizioni.“* ANTICHITÀ ED ATTUALITÀ DEL TERMALISMO DI SCIACCA di Giuseppe Verde
Quando nel V secolo d.C. la zona fu scelta per l’evangelizzazione da parte di Calogero, un eremita cristiano, ebbe inizio una nuova pratica corporea e mentale. A quell’epoca risale, come da accertamenti archeologici, l’adattamento dell’Antro di Dedalo ad ambiente di cura: diversi sedili in pietra furono collocati all’interno della grotta e furono realizzati alcuni muri (fig. 24b) per concentrarvi il vapore. Poiché l’eremita conosceva il valore curativo delle risorse termali, deduciamo che deve essere stato proprio lui a suggerire l’uso corretto delle grotte vaporose e delle acque termali, mentre si prendeva carico delle persone che lo cercavano sia per problemi corporali che spirituali. Questa nuova cultura termalistica del V secolo liberò il territorio di Sciacca da antiche credenze e dalla cultura pagana, e si diffuse in altri centri termali della Sicilia occidentale.
ANTICHE PRATICHE IDROTERMALI NEL TERRITORIO DI SCIACCA (AQUAS LABODES)Relazione presentata da Giuseppe Verde al
Cura Aquarum in Sicilia, Siracusa, 16-22 maggio 1998.
Ero stato nella notte dei tempi nelle grotte vaporose di Sciacca credo di epoca romana.. Da decenni racconto in giro per il mondo l ottusità delle amministrazioni di Sciacca per l abbandono di un luogo così incredibile, idem x la grotta del Santo Calogero. Ugualmente del mancato, accordo con Abano Terme.. per una Società in cui questi ultimi avrebbero contribuito con l esperienza di un enorme portafoglio clienti ed un bagaglio di esperienza del settore… quanti saccensi sanno che una enorme massa d acqua bollente… uno Stige ma non è una fola, scorre sotto i loro piedi fino a riscaldare la cima del loro monte… Quanti di loro hanno poggiato le mani sulla tiepida parete della grotta del Santo… in pieno gelo invernale?