Mentre si susseguono le prese di posizioni e le espressioni di solidarietà a favore dell’AGAPE da parte del mondo del volontariato (oggi si sono aggiunte quelle del Comitato Civico Sanità, dell’associazione L’Altra Sciacca e del gruppo AGESCI Sciacca 2), ci si interroga su quelli che possiamo definire i “punti oscuri” di questa strana storia che contrappone l’ASP di Agrigento all’associazione AGAPE, costituita da famiglie di soggetti diversamente abili e che da circa venti anni trovava sede ed ospitalità in locali di proprietà dell’azienda sanitaria provinciale.
Cerchiamo di ricostruire questa storia con i documenti in nostro possesso.
In data 24.02.2021 l’ASP di Agrigento (a firma del commissario straordinario Mario Zappia, del dirigente amministrativi ospedali di Sciacca e Ribera Rosanna Dubbolino e del direttore Distretto Sanitario di Base Salvatore Sanzeri) invia all’AGAPE una lettera con la quale in riferimento al contratto di locazione rep. 85 del 14.11.2019:
⁃ al fine di fronteggiare l’emergenza COVID, manifesta la volontà di riacquisire la disponibilità dei locali concessi in locazione,in forza delle previsioni dell’art. 3 del predetto contratto, PER UN TEMPO LIMITATO
⁃ nella lettera si dichiara la piena volontà dell’ASP di riassegnare i locali per le medesime finalità di solidarietà nei confronti di persone diversamente abili, una volta terminata la grave emergenza epidemiologica
I locali in questione vengono infatti destinati inizialmente alle vaccinazioni anti Covid, destinazione che di fatto viene meno quando entra in funzione l’hub vaccinale alla Perriera.
All’inizio del mese di luglio, previo accordo verbale tra il Dr. Sanzeri (direttore Distretto Sanitario di Base) e il presidente dell’associazione AGAPE, vengono rimosse le attrezzature nel frattempo predisposte dall’ASP nei locali in questione e vi viene riportato gran parte del mobilio precedentemente utilizzato dall’AGAPE e momentaneamente trasferito in locali adiacenti.
Il 15 luglio i locali vengono dall’azienda ospedaliera riconsegnati all’AGAPE, che ne riprende possesso in qualità di locatario e provvede immediatamente a programmare il riavvio delle attività con i ragazzi e gli adulti diversamente abili, con ripartenza fissata per il giorno 28 agosto.
Ma in data 27 agosto il commissario straordinario dell’ASP, Mario Zappia, invia una nuova lettera all’AGAPE, nella quale si comunica che “per motivazioni di urgenza e indifferibilita’ i locali non potranno al momento essere riconsegnati all’associazione AGAPE”.
In replica, il presidente dell’AGAPE, Angelo Giaramita, risponde a stretto giro di lettera comunicando di non poter dar corso a tale ultima richiesta dell’ASP, anche in considerazione del fatto che il contratto di locazione è regolarmente registrato.
Sicuramente, se si fosse trattato di una qualsiasi ordinaria associazione questa storia non avrebbe assurto agli onori della cronaca. La notorietà e sopratutto l’importanza dell’azione sociale e di solidarietà svolta dall’AGAPE hanno invece determinato la sequela di reazioni, finora solo verbali, della stessa associazione, della sindaca Francesca Valenti e di tutto il variegato mondo del volontariato e della solidarietà.
Viene da chiedersi: perché il commissario straordinario Mario Zappia ha deciso di togliere nuovamente la sede all’AGAPE? Quali sono i dichiarati motivi di urgenza e indifferibilita’? Come mai non li conosce neanche il sindaco? L’ampiezza dei locali a disposizione dell’azienda ospedaliera non avrebbe consentito altre soluzione senza dover ricorrere a questo ulteriore “sfratto”?
Sono tutte domande che attendono una risposta.
Gli utenti diversamente abili che utilizzavano i servizi dell’AGAPE, insieme alle loro famiglie, rimangono chiusi nelle loro case, in attesa di una soluzione.