Quella di san Calogero è una vera e propria rivincita in atto. Rivincita su chi? Ma su quanti lo avevano abbandonato quasi del tutto, lasciando nell’incuria la sua pineta, la sua grotta, le stufe vaporose del Suo Monte Kronio. Gli avevano lasciato solo la Basilica a lui dedicata, meta di matrimoni e di battesimi, e retta dai frati del Terzo Ordine Francescano.

Certo, la festa a Lui dedicata, che si celebra domani, non è più quella di un tempo! Bastino queste foto d’epoca per ricordarci quanto il popolo di Sciacca amasse salire a San Calogero a festeggiare e quante persone si fermassero sotto la pineta!

Bei tempi, quelli! Ma ormai, è acqua passata! Indietro non si va più. Ma torniamo a San Calogero che, con la sua modestia e discrezione, (era un eremita), lui che per alleviare le sofferenze della gente venne dalla lontana Calcedonia , si stabilì da noi e fece il taumaturgo, avendo capito l’importanza del flusso vaporoso che emanava dal monte Kronio per guarire molte malattie che nella sua epoca affliggevano la povera gente, ha avuto pazienza e ha aspettato che, dopo tanti anni, si riparlasse ancora di Lui. La sua umiltà e la sua missione traspaiono nella sua statua in basilica, dove il suo sguardo è rivolto in basso, proprio a guardare gli ultimi.

E questa specie di miracolo è avvenuto nel Luglio di tre anni fa, quando la regione Siciliana ha accolto la proposta del Museo Diffuso dei 5 sensi, presieduto allora da Viviana Rizzuto, di riaprire la grotta del Santo e le grotte vaporose per la fruizione turistica, per farle conoscere sia ai cittadini di Sciacca che ai visitatori italiani e stranieri. Grazie all’accoglienza dei volontari dell’Ecomuseo, la storia di San Calogero, il suo eremitaggio e la sua vita sul Monte Kronio viene quotidianamente conosciuta sia da molti saccensi che se ne erano completamente dimenticati, sia da tante comitive di studenti di tutto il territorio, sia da visitatori che escono dalle grotte vaporose entusiasti dell’esperienza unica nel suo genere che hanno vissuto, anche se solo per pochi minuti, accomunando nei loro elogi San Calogero, Dedalo e i volontari del Museo diffuso, in uno straordinario miscuglio di sacro e profano.

Ai visitatori (migliaia ogni anno) piace la storia di Calogero, bel vecchio che si nutriva del latte di una cerva e che scagliava il suo bastone contro i diavoli. Si commuovono quando sentono della cerva trafitta a morte e del pentimento del cacciatore e si soffermano a fare domande, a fotografare ogni angolo…insomma un grande successo per il nostro Patrono, tornato così in auge, dopo tanti anni di dimenticatoio.

Lasciano su un apposito registro le loro impressioni e le sensazioni che hanno provato in questo straordinario sito. Per non parlare dei bambini, che seguono con attenzione ogni passaggio della storia del Santo e lo vedono come un supereroe!

Con i suoi superpoteri taumaturgici, Calogero è riuscito a sopravvivere dentro le grotte, ad accogliere pellegrini e sofferenti, a guarirli o alleviare le loro sofferenze. Solo con le preghiere e la meditazione. E la sua bontà. L’attenzione e la curiosità sulla vita e le opere del Santo che si è diffusa tra i piccoli alunni delle scuole, ha del sorprendente. Adesso sono loro a veicolarla nelle loro famiglie e tra amici e conoscenti. Ecco, dunque, come può cambiare anche la vita di un Santo Patrono, la cui affascinante storia sarà ancora oggetto di sano interesse per piccoli e grandi, se saremo capaci di difenderlo e farlo conoscere meglio, il nostro San Calogero di Sciacca!

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