Il commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Giuseppe Capodieci, è intervenuto a margine delle notizie, circolate a mezzo stampa, relative alla comunicazione di “recesso” dal servizio da parte dei due medici in pensione (Carlino e Bono), titolari di un rapporto di lavoro esterno presso l’Unità operativa di ortopedia dell’ospedale di Sciacca, e delle possibili ricadute in termini di efficienza e funzionalità del reparto a partire dal giorno 11 giugno prossimo, data nella quale si concluderà il rapporto lavorativo con i predetti due professionisti. 

“Vorrei subito tranquillizzare la collettività saccense – ha dichiarato il commissario Capodieci in un comunicato stampa – sul fatto che il reparto di ortopedia del ‘Giovanni Paolo II’ di Sciacca non andrà incontro a nessuna contrazione dei volumi d’esercizio e delle prestazioni erogate grazie all’attivazione di una nuova convenzione con una struttura della provincia di Palermo che garantirà con piena continuità la presenza in corsia di dirigenti medici esperienti e preparati. Per ciò che riguarda la questione sollevata dai medici ‘dimissionari’ Bono e Carlino, confermo che le pretese economiche avanzate dai professionisti risultano troppo esose e incompatibili con l’oculata gestione che il management dell’ASP di Agrigento, al pari di ‘un buon padre di famiglia’, è chiamatoa compiere senza deperimento di risorse pubbliche. Non si ritiene ammissibile – continua il commissario – che medici richiamati in servizio per sopperire ad alcune criticità contingenti di personale debbano percepire degli emolumenti che, contemplando anche ore di reperibilità e servizio da remoto, in una sola settimana siano ben superiori all’intera retribuzione mensile dei dirigenti medici in servizio e dei direttori di unità complessa che, quotidianamente e con grande senso d’appartenenza, si prodigano per rendere al cittadino il miglior servizio possibile. I medici in questione hanno emesso fattura per 33.000 euro al mese ciascuno (sic!). A mio modo di vedere si tratta di una situazione inaccettabile che non può essere giustificata dalle carenze d’organico in atto sia sul piano regionale che nazionale. L’Azienda – conclude il manager – oltre a reclutare nuove professionalità mediche attraverso le procedure concorsuali in itinere, ha dunque deciso di formalizzare  altre oculate formule di convenzione che, oltre ad assicurare la continuità delle prestazioni presso l’ortopedia di Sciacca, siano maggiormente ispirate al senso del bene collettivo, alla deontologia e all’etica del servizio”.

Fin qui la nota del nuovo commissario straordinario dell’ASP, rispetto alla quale ci permettiamo due osservazioni.

La prima riguarda il fatto che, a prescindere dalla giustezza dell’aspetto economico sostanziale sollevato dal dr. Capodieci, non comprendiamo come possa mettersi in discussione il trattamento economico di una prestazione di lavoro già espletata in base ad un regolare contratto già sottoscritto dal predecessore dell’attuale commissario straordinario dell’ASP. Quest’ultimo sarà ovviamente legittimato a non rinnovare il contratto giunto a scadenza, ma non capiamo come faccia a mettere in discussione con effetti retroattivi i contenuti economici in vigore.

La seconda considerazione riguarda la nuova convenzione, che in base alle anticipazioni fornire alla delegazione del Tribunale per i diritti del malato di CittaginanzAttiva, dovrebbe essere quella in corso di definizione con il Buccheri La Ferla di Palermo (struttura di natura privatistica), che verrebbe così preferita a quella del Civico di Palermo (struttura di natura pubblica), che finora ha supportato Sciacca due volte la settimana con una propria equipe di chirurgia ortopedica.

Con la nuova convenzione verrebbero assicurati interventi chirurgici tre giorni la settimana e anche l’assistenza ambulatoriale e quella ordinaria in corsia, finora espletata dai due medici pensionati che erano stati richiamati in servizio.

Ci risulta che anche il Civico di Palermo avrebbe potuto svolgere tali più ampie funzioni richieste all’interno dell’Ospedale di Sciacca: ci auguriamo che anche tale disponibilità sia stata presa in considerazione e la scelta finale adottata in funzione della soluzione più conveniente sotto l’aspetto sia economico che di qualità sanitaria.