Questa foto ritrae i due fratelli Fisco, Francesco e Gianluca, con l’antico braciere da cui si sprigiona una nuvola di incenso che rinnova il ricordo della “fumata”, uno dei momenti più emozionanti e suggestivi della processione della Madonna del Soccorso. Come tutti gli sciacchitani sanno, si attribuisce a questo momento, grazie all’intercessione della Vergine Maria, la cessazione della pestilenza del 1626. Siamo in Via Licata, in pieno centro storico, nello stesso punto dove questa tradizione si è tramandata negli anni, grazie ad alcuni commercianti della zona, che sin dagli anni 50 (parliamo, tra gli altri, di Matteo La Bella, della signora Fazio Alfonsa e del figlio Calogero, e di altri benemeriti cittadini) hanno custodito il braciere e con esso il compito di provvedere alla fumata.

E la signora Alfonsa Fazio, nonna di questi due ragazzi, mitica commerciante della Via Licata, in quegli anni, da un piccolo negozio sviluppò l’azienda familiare , con l’aiuto e la collaborazione dei figli, trasformandola in uno centri nevralgici della zona, con la vendita di dischi, elettronica, elettrodomestici all’avanguardia. Rispettando la tradizione che vedeva , proprio sopra il suo negozio, una icona votiva della Madonna del Soccorso, che lei fece realizzare in ceramica di Sciacca, e forte di una grande devozione, ha trasmesso , prima al figlio Calogero e poi ai figli di questo ultimo, Francesco e Gianluca, il compito di provvedere ogni anno alla “fumata”. 

I due fratelli hanno portato avanti questa tradizione senza mai smettere. Anche durante la pandemia, da soli, alle 20, a ferragosto del 2020, hanno perpetuato l’antico rito, mantenendo fede a un compito che sentono fortemente. La tradizione è importante, se ci si crede, per mantenere vivo il ricordo dei nostri predecessori, per nutrire rispetto nei confronti di quanto , in molti, hanno fatto per amore di questa città. E il 15 Agosto ci sarà sempre qualcuno della famiglia Fisco che renderà omaggio alla nostra Patrona, sollevando il braciere , ancora una volta, al grido di “Viva Maria!”