di Leonardo Palagonia

Zio, che fai?

Ci voleva sempre una buona dose di coraggio, incoscienza, voglia di avventura, per farti questa domanda, e devo dire che a me non sono mai mancati

Come quella volta che te la feci salendo al quarto piano per concedermi una pausa durante lo studio disperato di un processo con atti ad imminente scadenza.

Tu nella tua poltrona, con l’immancabile tazza di the (non saprei dire se inglese o delle remote colonie orientali) giunto a casa tua dopo mille peripezie e con la tua solita aria riflessiva, ironica, profonda, che neppure i perenni occhiali scuri riuscivano mai a celarmi.

“Rifletto sull’Hypnerotomachia Poliphili, sai che vuol dire?”

Questa, tra le mille risposte incredibili ed affascinanti che hai sempre dato a quella mia domanda, non la dimentico non solo per il suono assolutamente innovativo, nelle mie orecchie e nella mia intera vita, di quella sequenza di lettere dell’alfabeto che pure pratico da oltre mezzo secolo, ma anche perché in una frazione di secondo mi catapultò dai codici, dai problemi – che ritenevo altissimi – relativi a contratti sofisticati, responsabilità civili, connessioni giuridiche, in una dimensione di deserto intellettivo personale, in un luogo totalmente vuoto del mio cervello, della mia memoria, di me, nel quale scavare a mani nude e scovare una risposta decente, squadernando in un istante ogni mio equilibrio, punto fermo, convinzione

Eri un genio in questa operazione

Invece di mettermi a piangere e scappare tornando al lavoro di corsa, entrai nel deserto cerebrale nel quale mi avevi spinto e ti risposi costruendo un discorso da zero: dunque, la tauromachia era la lotta contro i tori, quindi l’erotomachia potrebbe essere una lotta d’amore, hypnos significa sogno e quindi secondo me è una lotta d’amore nel sogno, zio, ma Poliphili non mi dice proprio un cazzo…

“Sei sopravvissuto, bravo: si tratta del sogno di una lotta amorosa; se ci rifletti, un amplesso somiglia molto ad una lotta, per come si sviluppa fisicamente, per la forza, la passione, l’intensità che ci mettono i cosiddetti contendenti, per lo sfinimento con cui si conclude dopo aver dato tutto e per tanti altri aspetti; ah, Polifilo era quello che fece il sogno nel romanzo medievale in cui si parla di questa storia…”

Ovviamente anche quella sera, come tantissime altre volte in situazioni analoghe che con te non mancavano mai, mandai a carte quarantotto il diritto e restammo a parlare di quello e di altri argomenti meravigliosamente inutili a cena ed oltre, fino a notte…

Oggi sono 10 anni che sei andato a cercare nuovi ed inimmaginabili sogni

È inevitabile che te lo chieda ancora

Zio, che fai?