Sì perchè, vedete, siamo abituati a seguire presentazioni e conferenze, dibattiti e incontri con personaggi del panorama culturale nazionale e regionale, esperti di vari settori, giornalisti, scrittori ma…ascoltare il magistrato Nello Bongiorno è tutta un’altra cosa.

Le sue parole, così come le abbiamo ascoltate ieri sera nel salone del Circolo di Cultura, sono un balsamo per le nostre orecchie. La sua profonda conoscenza dell’argomento trattato, la Storia con tutte le sue implicazioni, le ragioni, partendo dalle origini per spaziare in un universo di citazioni, di notazioni, di svisature armoniche di un sapere saldo, senza alcuna incertezza e nessuna stonatura , ci riconciliano con il bagaglio culturale di ciascuno di noi, richiamano alla memoria quelle etimologie, tanto a noi care, legate alle radici del lessico latino e di quello greco; quella aneddotica mai fine a se stessa ma impiegata per ampliare il discorso, per distenderlo e arricchirlo di una miriade di sfumature che esaltano, tutte insieme, il tessuto e la trama dell’argomento. La Storia. La disciplina delle discipline. La ricerca, l’indagine , il racconto. I logògrafi, Erodoto, Tucidide, Tito Livio, Machiavelli , Guicciardini , Vico. E Talleyrand. E Benedetto Croce. E tanto altro c’è nella lectio di Nello Bongiorno. Che viene esposto con naturalezza, chiamando a testimone questa o quella persona seduta ad ascoltarlo, come un piglio amichevole e confidenziale, come fossimo ( e forse lo siamo) , degli amici seduti in salotto a conversare intorno a una tazza di caffè. Tali ci sentiamo trascinati dalla esposizione del giudice Bongiorno, che tuttavia, non ha niente di scontato e di superficiale nè del nulla assoluto di certi discorsi persi che ascoltiamo di continuo in tv e nei talk show per non parlare dei social media. Abbiamo davvero sfogliato pagine e pagine, senza rendercene conto. E Nello Bongiorno ci ha guidati in un percorso di conoscenza di cui gli siamo grati, soprattutto per averci ridato speranza e averci resi consapevoli che la Cultura, quella vera, esiste ancora e che non siamo del tutto persi in questo assurdo mondo fatto di insipienza e superficialità. Ci ha riconciliati con noi stessi.

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