Una ex chiesetta piccola, in pieno centro storico: Sant’Antonio Abate; uno spazio per pochi, per quelli che hanno risposto con la loro convinta presenza all’invito delle Caterinette dell’infaticabile Anita Lorefice; l’incontro con un personaggio il cui profilo, oggi più che mai, ci appare “moderno” e incommensurabile: il filosofo Giordano Bruno, arso al rogo il 17 febbraio 1600 a Campo De’ Fiori, a Roma, un fuoco acceso da menti scellerate e forse spaventate da un cambiamento che tuttavia non sono riusciti a fermare. Sono questi gli incontri culturali che ci riconciliano con questa città.
Per i fortunati presenti ieri sera è stata una serata incredibile, ricca di emozioni e di contributi culturali che hanno “aggredito” letteralmente la personalità del grande filosofo nolano, cercando di illustrarne e di sintetizzarne il pensiero. Compito non indifferente, considerata la grandezza del personaggio. L’infinità dei mondi, il relativismo delle idee, la filosofia platonica e neoplatonica, l’ermetismo, la lotta all’intolleranza, la difesa del libero pensiero e della libera ricerca. Ma non solo. La buona politica, la religione che unisce e non che divide, la critica al potere becero e all’insegnamento rigido della Scolastica.
Rino Dulcimascolo ha illustrato la vita del filosofo; Carmela Diliberto ha egregiamente dissertato sul pensiero di Bruno, mettendo in luce i diversi aspetti della sua personalità.
Per la lettura dei sonetti tratti dai Dialoghi in volgare , si sono alternate, con garbo e consapevolezza, le “caterinette” Lucia Stefanetti, Anita Lorefice, Caterina Tripodi, Angelika Daniel, Nathalie Debertrand e Vita Dimino. Gli intermezzi musicali , con chitarra e voce sono stati curati da Zelinda Ripa.
Le conclusioni sono state affidate al Giudice Nello Bongiorno il cui intervento, come lo scorrere di un fiume in piena, fluidamente, ha conquistato l’uditorio con le sue dotte considerazioni sulla modernità del pensiero di Bruno, sulla scelleratezza dell’intolleranza, le atrocità dell’Inquisizione, l’oscurantismo squarciato dalla sua libertà di pensiero, Ma anche sulla dissacrante ironia dei suoi scritti eretici, sulle sue frequentazioni nei lunghi viaggi e peregrinazioni.
Un elogio particolare va a Renato Sanfilippo, infaticabile custode e animatore di questo piccolo , ma significativo spazio culturale che é la ex Chiesetta di Sant’Antonio Abate, che andrebbe valorizzato con moderne attrezzature multimediali perchè, per la sua strategica posizione in pieno centro storico, merita tanta attenzione.