Riceviamo dall’operatore culturale Salvatore Monte, ex assessore della giunta Di Paola, questo contributo sull’argomento delle strutture dedicate agli eventi culturali e artistici, che come ServireSciacca condividiamo parola per parola:
La cittadina di Sciacca continua a distinguersi per un costante fermento culturale, alimentato dall’impegno di associazioni culturali, club service, operatori privati e altri soggetti attivi nel territorio. Eventi e manifestazioni a carattere teatrale, musicale, coreografico e sociale sono frequenti, testimonianza di una comunità vivace e di risorse creative che andrebbero valorizzate in modo sistematico.
Tuttavia, questo entusiasmo incontra un ostacolo significativo: la carenza cronica di strutture dedicate. L’assenza di spazi idonei per ospitare spettacoli ed eventi rappresenta un problema strutturale che limita la crescita culturale di Sciacca e ostacola l’impegno delle associazioni locali.
A Sciacca sono numerosi i luoghi inutilizzati o chiusi da anni, nonostante il loro potenziale per ospitare attività culturali. Tra questi, spicca il Teatro Popolare, un tempo cuore pulsante della scena artistica locale, ma oggi abbandonato e senza prospettive chiare di riapertura. Lo stesso destino accomuna l’auditorium di San Francesco e la ex chiesa di Santa Margherita, trasformata recentemente (forse) in sala auditorium ma anch’essa inutilizzata.
Questi edifici rappresentano un patrimonio culturale prezioso, ma la loro chiusura prolungata è un simbolo della scarsa attenzione verso il settore. Le associazioni, nonostante il loro instancabile impegno, si trovano costrette a elemosinare spazi nei comuni vicini per realizzare le proprie iniziative, una soluzione che, sebbene solidale, non può diventare la norma.
In questo contesto, emerge la necessità di un intervento congiunto tra il terzo settore, l’amministrazione comunale e la Regione, proprietaria di parte delle strutture. È fondamentale restituire alla città gli spazi dedicati allo spettacolo, sia per rispondere alle esigenze delle associazioni locali sia per rilanciare Sciacca come polo culturale della zona.
Un primo passo potrebbe essere la convocazione di un incontro del quale mi farò promotore celermente con tutte le realtà culturali del territorio per pianificare azioni mirate e far pressione sugli enti competenti. È tempo che Sciacca torni a guardare al futuro, recuperando i propri spazi e restituendo alla comunità quei luoghi che un tempo erano il fulcro della vita culturale cittadina.
Il fermento culturale di Sciacca è una risorsa preziosa, ma rischia di disperdersi se non trova spazi adeguati per esprimersi. Recuperare le strutture chiuse non è solo una questione pratica, ma anche un atto simbolico: significa riconoscere il valore della cultura come motore di crescita sociale e identitaria.
Con uno sforzo collettivo, Sciacca può tornare a essere una città dove arte e cultura trovano casa, non solo come espressione di un passato glorioso, ma come promessa di un futuro ricco di opportunità per tutti.
Salvatore Monte