Proseguiamo con gli articoli sul Carnevale di Sciacca Vintage, raccontandovi i retroscena di un successo annunciato, quello di Cin Cin.

I gruppi mascherati che accompagnano i carri di Sciacca sono e devono essere ispirati al tema del carro stesso. I costumisti e i coreografi creano costumi e balli che sono in perfetta sintonia con l’allegoria del carro. (Allegoria leggasi: ESPRIMERE UN SIGNIFICATO RIPOSTO) Così è sempre stato. Più o meno. Ma non sempre questo compito è stato facile. Il gruppo di Cin Cin è un caso particolare. L’anno era il 1988. C’erano 12 carri in concorso al Carnevale di Sciacca. Tra questi il carro dell’Associazione “la Giara” che annoverava tra i suoi soci e collaboratori Salvino Galluzzo, Pippo Montalbano, Giovanni Palagonia e altri. Un bellissimo Bacco sovrastava personaggi politici tutti intenti a bere appassionatamente.

Si andava a caccia della assoluta originalità nella creazione dei costumi dei gruppi. Inoltre, come un imperativo etico, tali costumi non dovevano essere costosi, ma alla portata delle finanze della famiglie. C Ascoltato il trascinante inno composto da Emanuele Scaduto, Angelo Pumilia ebbe il compito di creare il gruppo mascherato che fosse in stretta corrispondenza con il tema del carro. Era questo, negli anni 80, il credo di tutti i creativi del Carnevale : i costumi del gruppo che sfilava davanti al carro allegorico dovevano immediatamente richiamare il soggetto sviluppato dal carrista. Le coreografie, di conseguenza, dovevano attenersi a temi musicali originali, per quanto concerneva l’inno, e anche a motivi sempre attinenti al tema.

Angelo Pumilia ed Emanuele Scaduto

Angelo incontrò Pippo Montalbano e soci e gli chiese l’impossibile: tanti e diversi bicchieri, dalla flute per lo spumante, al calice da acqua e da vino. Questi dovevano essere i costumi del gruppo a terra del carro. Ma come realizzarli? Di panno? di raso? No! In vetro resina. Leggeri e resistenti. Si fecero i primi incontri con i genitori dei ragazzi che dovevano ballare. Ciascun bicchiere doveva essere calato in testa, con una fessura per fare uscire parte del viso. Con un cestino di plastica capovolto ( di quelli che si usano per buttarvi la carta) , cui era attaccato ciascun bicchiere di diversi colori; un colore per ogni modello di bicchiere: dal giallo, al verde, al blu. Panico tra le mamme dei ragazzi! Trovavano quei costumi molto limitanti per i movimenti e per mostrare la bellezza e l’eleganza dei loro figli. Non percepirono subito quali movimenti potessero fare con quei cestini sulla testa. E poi…il viso dei ragazzi non si vedeva per niente e dovevano stare tutto il tempo con quei “cosi” sulla testa. Molti disertarono il gruppo. L’anno precedente, quattrocento avevano partecipato al gruppo di Kilimangiaro. Solo in un secondo momento l’effetto spettacolare del costume completo diede i suoi risultati. Al gruppo di Cin Cin parteciparono una trentina di ragazzi e ragazze: il numero giusto per il tipo di balletto previsto . Sulle trascinanti note dell’inno di Emanuele, i bicchieri ondeggiavano ritmicamente per culminare in un balletto finale in cui, sul palco, si sviluppava una coreografia accattivante e spettacolare.

L’effetto scenico di quei bicchieri, allineati per forma e per colore, l’eleganza dei movimenti coreografici, l’ondeggiare ritmato sulle note di un inno mai dimenticato, il ballo dei camerieri che chiudeva l’esibizione sul palco, con i fratelli Piazza e Giannalisa Venezia scatenati capigruppo, attirarono l’attenzione di un ospite d’eccezione di quell’anno: Pippo Baudo.

Un ospite d’onore che si rivelò importante per la crescita del Carnevale che , dagli anni 80 traghettava agli anni 90 con i migliori auspici . Furono i ragazzi di Cin Cin a suscitare l’ammirazione del grande presentatore che più volte si congratulò con i rappresentanti dell’Associazione per quella fantastica idea dei bicchieri danzanti. Ancora oggi, in occasione di festeggiamenti vari, da Capodanno ai compleanni ,ascoltiamo con gioia le note di “Cin Cin, beviam beviam”. Nessuno della nostra generazione lo può dimenticare! Ecco, questo é uno dei tratti distintivi del Carnevale di Sciacca: un gruppo del carro che accoppi l’assoluta originalità di musica e costumi!