A mente fredda, ripensando a quanto detto in occasione del settantesimo anniversario dall’uccisione di mio padre, Accursio Miraglia, credo sia il caso di puntualizzare una cosa che nessuno quella mattina ha detto.
Si è parlato di agrari, di mafia, di colpe e colpevoli. Ma non del contesto storico. Che ha colpe quanto e più dei mafiosi e di chi, in quel periodo, tirava il grilletto.
Occorre ricordare come molti mafiosi, che alla fine degli anni ‘40 fecero strage di sindacalisti, uomini dello stato e gente onesta, fino a pochi anni prima fossero in galera.
E che non furono liberati per aver scontato la pena. Chi non avesse voglia di andare a consultare i libri di storia è sufficiente che veda l’ultimo film di Pif “In guerra per amore”.
I mafiosi furono rilasciati grazie al decisivo intervento degli americani che, prima di sbarcare in Sicilia per “liberarci” vollero creare una situazione di stabilità e non belligeranza perché le loro truppe non incontrassero nessuna resistenza armata. Insomma, nessun americano doveva farsi male in Sicilia. Piuttosto che morire in piedi, gli americani preferirono vivere in ginocchio. E mettere in ginocchio la nostra terra, pianificando freddamente, grazie all’intercessione di mafiosi come Lucky Luciano, la consegna dell’isola in mano alla mafia, l’unica organizzazione che avesse armi, potere e forza di convincimento.
Più dello Stato. Hanno “incaprettato” la Sicilia perché a nessuno di loro venisse torto un capello. E pazienza se si consegnava una terra in mano ai criminali.
Per chi volesse approfondire: http://italiamistero.blogspot.it/2013/01/lo-sbarco-in-sicilia-e-la-mafia-patto.html
NICOLO’ MIRAGLIA