Ricevo da Letizia Dimauro, sciacchitana che vive a Milano, il seguente messaggio su Facebook che, con la sua autorizzazione, ritengo opportuno pubblicare per il suo contenuto di interesse pubblico in merito alla problematica del patrimonio termale di Sciacca. E’ il punto di vista, importante, di una nostra concittadina che ha lasciato come tantissimi giovani la nostra città e che, evidentemente, ha ancora a cuore questa ricchezza di Sciacca che l’ignavia di tanti ci sta facendo perdere definitivamente.
” Salve, la ringrazio per aver accettato la richiesta di amicizia qui su Facebook.
La seguo da qualche tempo in relazione alle attività del Comitato Civico Patrimonio Termale e adesso con il Blog giornalistico ServireSciacca, ma non abbiamo mai avuto modo di parlare di presenza, io ho frequentato le scuole elementari con sua figlia Claudia.
Lavoro al nord ormai da parecchi anni dove gestisco progetti complessi e, se è vero che la distanza permette di apprezzare maggiormente ciò che manca, la vicenda che interessa il termalismo di Sciacca mi lascia amareggiata e con una sensazione di impotenza. Vorrei poter contribuire in qualche modo a recuperare e valorizzare un’eredità inestimabile e che (se ben gestita) riuscirebbe a ridare benessere e lustro a questa nostra città.
Non vorrei banalizzare ma, per troppo tempo, promesse e interessi politici hanno dimostrato di perseguire obiettivi diversi dal bene comune.
Ahimè già tra i miei coetanei, che pur hanno vissuto l’esperienza delle terme e dei molinelli, è bassa la consapevolezza della potenzialità inespressa di questo territorio ed è scarso l’interesse nel riscoprire le origini delle numerose acque termali. Inutile dire che la situazione peggiora di molto tra le generazioni ancora più giovani.
Quale futuro per una società che non conosce le proprie origini e non è consapevole della propria identità?
Queste terme son state create dal basso, partendo dalla volontà di chi ci ha preceduto, cittadini e familiari che hanno deciso di tassarsi per investire nel proprio territorio. Se la storia insegna qualcosa, anziché svendere la nostra ricchezza al primo imprenditore di turno interessato ad acquistare a pochi euro e per il proprio tornaconto, perché non provare a organizzare una cordata di cittadini?
Mi scusi se mi son dilungata un po’ troppo. Le auguro una buona giornata.”
Condivido pienamente e con molta amarezza