Si rischia di essere monotoni, lo so, ne abbiamo già scritto, così come hanno fatto altri mezzi di informazione cittadini.
Ma quando ti capita di percorrere a piedi la via Agatocle, o viale delle Terme se volete, e ti ritorna sotto gli occhi lo stato in cui l’incuria amministrativa elevata a sistema ha ridotto i punti panoramici più belli di Sciacca, allora non riesci a resistere al bisogno di elevare il tuo grido di protesta e di indignazione.
Per il decoro pubblico offeso e gettato nel cesso dell’indifferenza, per la persistente violazione della straordinaria bellezza della nostra città.
Lo “Spazio dell’Incanto” di fronte al teatro Samona’, con tutte le sue panchine panoramiche (?), la staccionata in legno rotta, le sculture di Ignazio Toto, il tutto sommerso da una vegetazione spontanea e da rovi mai curati e mai manutenzionati, dove ti sembra di trovarti in un sito archeologico incas sommerso dalla foresta…
E meno male che ci portano anche gli sposi per le foto post matrimonio.
E meno male che nel recente incontro con Cittadinanzattiva il dirigente comunale e l’assessore al verde pubblico si erano impegnati per l’immediata e necessaria manutenzione del luogo, il giorno dopo.
Passi oltre, ti trovi a percorrere lo splendido lungomare sulla Coda della Volpe e ti vengono incontro le alte transenne che sostituiscono in via permanente i tratti di ringhiera mancanti, la rimanente ringhiera in ferro pieno ormai arrugginito e privo di ogni manutenzione, la colonna con la madonnina francese in onore dei caduti del Dixmude il cui ripristino era stato garantito dall’assessore al lavori pubblici e infine il meraviglioso spazio panoramico sottostante inibito all’accesso dalle solite transenne.
Ma sindaco, assessori e dirigenti comunali sul Viale delle Terme non ci passano mai? Non hanno occhi? L’alibi della mancanza di disponibilità finanziarie non può reggere più, non sono interventi che richiedono somme ingenti.
Ci vorrebbe solo un rinnovato sistema di gestione della cosa pubblica che rimetta al primo posto decoro e bellezza, lasciando a casa l’incuria.
Lasciamo adesso parlare le immagini, lo faranno meglio delle parole.