Farsa o tragedia? Oscilla tra questi due generi teatrali la definizione più opportuna di ciò che la politica cittadina ci ha messo sotto gli occhi nel corso di questa settimana.

La farsa ci sembra più adatta per le rappresentazioni messe in scena dall’organo consiliare, ormai incapace di esprimere una qualsivoglia azione politica significativa. 

Già conoscevamo il gioco del ping -pong delle assenze, da una parte e dall’altra, che tiene ormai da tempo in ostaggio il nostro consiglio comunale, impedendo il più delle volte il raggiungimento del numero legale e annullando così quel ruolo innanzitutto civico e istituzionale di cui ogni consigliere dovrebbe sentirsi investito in forza dell’elezione popolare. 

Nel corso della settimana la seduta consiliare di martedì è stata sospesa nelle prime ore della notte perché mancavano dodici consiglieri. Giovedì sera questo ping – pong ha fatto poi registrare una “schiacciata” di quelle che lasciano davvero il segno: risultavano infatti assenti tutti i componenti della giunta e tutti i consiglieri dell’ex maggioranza che sostengono l’amministrazione Valenti. Tutti assenti. Tutti.

E la motivazione di questa assenza è stata il più classico scivolone sulla buccia di banana, tipico di chi l’ha combinata davvero grossa: dapprima il Presidente del consiglio comunale, Montalbano, ha riferito che queste assenze risultavano motivate da precedenti impegni, ma in una successiva nota stampa i consiglieri assenti hanno di fatto smentito il Presidente adducendo di non essersi presentati in aula perché ritenevano che il dibattito politico si fosse già esaurito martedì notte. 

E allora, ci chiediamo, per quale motivo il consiglio era stato aggiornato a giovedì? 

Ed inoltre, ammesso che il dibattito politico si fosse esaurito, c’erano all’o.d.g. ulteriori 18 argomenti di interesse cittadino in attesa di delibera.

La seduta consiliare di giovedì sera è comunque regolarmente iniziata con la presenza di tutti gli altri 16 consiglieri  (il solo Maglienti è arrivato con un po’ in ritardo) e anche a questo proposito ci si chiede: perché l’opposizione, visto che c’era il numero legale, non ha proseguito nei lavori passando alla trattazione degli altri punti all’o.d.g.?

Insomma, il paragone con la farsa ci sembra appropriato, ognuno recita secondo un copione  di parte politica o di interesse più o meno personale, di sicuro c’è che si è toccato il fondo. 

Dalla farsa passiamo invece al genere teatrale della tragedia appena allarghiamo lo sguardo sulla incapacità dell’organo consiliare di giocare un suo autonomo ruolo, politico e istituzionale, secondo quelle che sono le sue proprie competenze.

E cosa dire poi delle condizioni di assoluto degrado e abbandono in cui versa la città e che chiamano in causa innanzitutto la giunta Valenti e la funzionalità dei servizi ed uffici comunali?

Si può forse dire che il paragone con il genere teatrale della tragedia sia azzardato? 

Nessuno può più negare che i due organi (giunta e consiglio comunale), preposti ad agire più o meno in sintonia nell’interesse del buon governo della città, si ritrovino invece sul palcoscenico come attori che hanno dimenticato la parte che la cittadinanza ha loro affidato: un ruolo, una parte che non sono quelle previsti né dalla farsa e neppure dalla tragedia.

Ci auguriamo che nelle sedute consiliari di lunedì 12 e martedì 13 il consiglio comunale di Sciacca e la giunta municipale di Francesca Valenti possano recuperare quel minimo di sintonia istituzionale che consenta, quanto meno, di trattare e deliberare tutti i punti all’ordine del giorno.

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