Passano i giorni, passano i fine settimana, passano le ore, ma Ignazio Messina rimane ancora l’unico candidato certo a sindaco di Sciacca.
Questo fatto già di per sé dimostra inequivocabilmente la difficoltà in cui si dibattono le altre forze politiche in campo per decidere definitamente i competitors dell’avvocato palermitano, sulla cui barca senza specifica etichettatura partitica sono saliti in molti: in tutto quindi sono già 6 le liste che appoggeranno Ignazio Messina, che se fosse eletto avrà le sue brave gatte da pelare per distribuire gli assessorati, pensiamo con il bilancino del risultato elettorale effettivo ottenuto da ciascuna di queste liste.
Questo schieramento di forza in grande, quanto meno all’apparenza, sta costringendo i potenziali avversari a farsi e rifarsi i conti, anche con un possibile astensionismo, e magari a riposizionare la propria strategia. Segnali in questo senso continuano ad arrivare ad esempio dal fronte di Mizzica, che ci risulta oggi pomeriggio avrà un incontro con quelli del Partito Democratico. Le due ventilate candidature civiche di Fabio Termine e di Salvatore Mannino potrebbero convergere su un’unica candidatura, se le forze in campo troveranno la quadra e un equilibro nella definizione dei ruoli.
Anche il centro-destra ci ha provato a tentare Mizzica, attraverso qualcuno dei suoi possibili candidati.
Quel che è certo è che per contrastare il “Patto per Sciacca”, molto trasversale sotto il profilo politico, sembra più probabile che vadano a definirsi delle convergenze che potrebbero condurre alla discesa in campo di due soli avversari di Messina, più caratterizzati politicamente, uno di centrosinistra e l’altro di centro-destra.
Nel centro-destra le contese per arrivare alla scelta di un candidato continuano a risentire di paletti e contro paletti molto connessi ad ambizioni insieme sia personali che politiche, con l’unica dichiarata disponibilità di Matteo Mangiacavallo, sulla quale peraltro non si registra ancora la necessaria e unanime approvazione.