Nel giorno in cui (oggi, martedì 12 aprile) il disegno di legge della Regione siciliana torna in IV Commissione dell’ARS, a cui è stato rinviato dall’aula assembleare per le decisioni del caso, torna a farsi sentire la voce di FEDERTERME, questa volta con l’aggiunta di tutti gli imprenditori siciliani che già gestiscono impianti termali e che da questa legge, così come è stata formulata, si vedrebbero tolto l’affidamento in concessione dell’utilizzo delle acque termali.
In una lettera aperta FEDERTERME, TERME ACQUAPIA, TERME GORGA, TERME SEGESTANE, TERME ACQUA GRAZIA, TERME MARINO dicono NO alla revoca delle concessioni decretata per legge, così motivando la propria posizione:
“ Il disegno di legge sulle Terme, all’esame dell’Assemblea Regionale Siciliana, non è funzionale al raggiungimento dei dichiarati obiettivi di riordino e rilancio del settore; infatti:
- punta ad azzerare i centri termali privati, portando alla paralisi del settore termale siciliano, con tutto quello che ne conseguirebbe in termini di crisi irreversibile, anche occupazionale, per interi territori;
- contiene norme inspiegabilmente punitive nei confronti di aziende private che, pur con mille difficoltà, non da ultimo le problematiche Covid, sono rimaste presenti ed operative sul mercato, garantendo servizi sanitari agli utenti nonché posti di lavoro;
- vuole svilire la risorsa “acqua termale”, che da presidio sanitario per le cure verrebbe trasformata in un banale elemento di attrazione turistica, senza tutelarne la sostenibilità dell’utilizzo;
- per motivi inspiegabili, vuole applicare la “Direttiva Bolkestein” al rinnovo delle concessioni termali, nonostante una legge dello Stato abbia da tempo precisato che non si applica al settore termale;
- non contiene alcuna soluzione per la riapertura delle terme di Sciacca ed Acireale, ponendo invece le basi per farne fallire qualsiasi tentativo futuro di privatizzazione, dopo anni perduti senza un Piano serio.
- mantiene invariati gli elevati oneri concessori, i più alti fra tutte le regioni, ed è di fatto privo di norme volte al rilancio del settore, che invece dovrebbe essere aiutato ad uscire dalla crisi, sviluppato e non definitivamente affossato.
- Agisce in modo opposto a Regioni che hanno fatto del Termalismo un asse portante del Turismo e della Sanita’.
Per tali motivi FEDERTERME E LE TERME SICILIANE chiedono:
A) il mantenimento delle Concessioni in essere sino alla loro naturale scadenza ed il rinnovo delle stesse secondo la normativa vigente;
B) l’immediata adozione di politiche di rilancio dei centri termali privati oggi esistenti, politiche troppe volte annunciate e mai attuate, attraverso l’adozione di idonee misure infrastrutturali, al momento inspiegabilmente assenti (strade, banda larga, bonifica dei territori, ecc.) e la loro integrazione nel sistema sanitario regionale, al pari di quanto avviene nelle altre realtà italiane;
C) misure per la riapertura in tempi brevi delle due realtà storiche di Sciacca ed Acireale che, in stato di completo abbandono, continuano invece ad essere destinatarie di risorse pubbliche senza che risulti un progetto imprenditoriale;
D) la costruzione di una filiera turistico-termale regionale, sulla falsariga di quanto accade nelle altre realtà italiane del settore.