All’una di notte i consiglieri comunali c’erano tutti o quasi (23 su 24) per mettere in scena quello che potrebbe essere STATO l’ultimo atto di una rappresentazione che ormai da tempo ha messo a dura prova la pazienza dei cittadini-spettatori e sulla quale cala adesso il sipario, forse definitivamente.
E in una città che ha nel suo dna storico le contrapposizioni e i duelli all’ultimo sangue dei Perollo e Luna, anche l’ultima contesa in consiglio comunale non poteva che essere rovente: è finita in perfetta parità, 11 NO contro 11 SI, a sancire una spaccatura in due dell’organo consiliare che quelli dell’opposizione di centro-destra avevano chiamato “spartiacque”.
Nella parità tuttavia a prevalere per regolamento sono stati i NO al rendiconto di gestione 2019, presentato dalla giunta Valenti, che pertanto non è stato approvato.
Conseguenza di tale bocciatura sarà l’arrivo di un commissario ad acta, che procederà alla necessaria approvazione tecnica del documento contabile e dovrebbe avviare la procedura per lo scioglimento del consiglio comunale.
Il Sindaco Valenti e la sua giunta rimarrebbero invece in carica, così almeno prevede la legge, tranne che il primo cittadino non decida di dimettersi ritenendo politicante conclusa una sindacatura rimasta prima senza maggioranza consiliare e poi, se dovesse essere sciolto, senza consiglio comunale.
A fare da corollario a questa seduta consiliare con il sapore di una sfida all’O.K. Corral sono stati non solo i consueti comunicati stampi emessi in mattinata sia dal fronte del NO (centro-destra) che da quello del SI (consiglieri pro Valenti), ma questa volta anche numerosi post personali su facebook con i quali singoli consiglieri comunali hanno condiviso con i propri “amici” emozioni e motivazioni, a conferma del fatto che il passaggio consiliare è stato tutt’altro che neutro ed indolore.
La considerazione più ricorrente da parte dei consiglieri comunali di centro destra, a cui nella votazione si sono aggiunti i Cinquestelle Teresa Bilello e Alessandro Curreri, nonché Fabio Termine (Mizzica), è stata la seguente: “non potete più dirci che stiamo attaccati alla poltrona di consigliere comunale, vi dimostriamo che siamo disposti ad andarcene a casa”.
La decisione di non approvare il rendiconto di gestione, preludio del possibile scioglimento dell’organo consiliare, è stata di carattere squisitamente politico: una sorta di “non abbiamo condiviso e non condivideremo più nulla dell’azione amministrativa della giunta Valenti, perciò non avrebbe senso approvare il documento di sintesi economica di tale gestione amministrativa”.
C’erano anche delle motivazioni più specificatamente tecniche alla base di questo rifiuto, evidenziate nella pregiudiziale sul consuntivo presentata dal centro-destra a inizio di seduta, ma tale pregiudiziale è stata respinta, ragion per cui si è andato diritti alla votazione del consuntivo 2019, nella quale hanno prevalso i NO, nonostante il voto favorevole al consuntivo espresso dai tre consiglieri comunali che fanno riferimento a Nuccio Cusumano, nonostante avessero anch’essi marcato l’ormai famoso “spartiacque” con l’amministrazione Valenti.
Risparmio al lettore il dettaglio delle articolate argomentazioni utilizzate dalle parti in causa, rimandandolo ai comunicati stampa e ai post su facebook.
La conclusione politica che se ne può trarre è che siamo arrivati al capolinea di una consiliatura che non riusciva più ad esprimere una sua autonoma azione di impulso, di stimolo e di controllo nei riguardi della vita politica e amministrativa della città, e nella quale l’opposizione era diventata maggioranza pur senza avere avuto finora i numeri o la capacità di far approvare una mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco.
Un consiglio comunale che troppe volte si è limitato ad attendere di essere “attivato” per deliberare nell’immediatezza di questa o quella scadenza, senza riuscire a svolgere quell’autonomo ruolo di indirizzo politico e di controllo che rientra nelle sue funzioni.
Ha comunque pesato, e non poco, la valutazione irrimediabilmente negativa che l’opposizione attribuisce da tempo all’azione amministrativa di Francesca Valenti e, una volta preso atto che il Sindaco non coltivava alcun pensiero di dimissioni e che non c’erano i numeri per una mozione di sfiducia, il voto sul rendiconto finanziario si è trasformato in un’occasione da non perdere per creare i presupposti del “TUTTI A CASA”.
Giusto o sbagliato, responsabile o irresponsabile, qualunque cosa si voglia pensare di quest’ultimo atto messo in scena dal consiglio comunale, sicuramente si può ritenere che non sia mancata la chiarezza: lo “spartiacque” c’è stato davvero e adesso diventiamo tutti spettatori di una nuova rappresentazione di cui non conosciamo ancora il copione.