Il più celebre scrittore di thriller non avrebbe potuto inventarsi di meglio.

Lo spoglio elettorale del primo turno nelle elezioni amministrative di Sciacca, dopo sei ore di scrutinio, non produce un risultato certo.

Dovrebbe essere ballottaggio tra Ignazio Messina( 8.699 voti pari al 39,93%) e Fabio Termine (8.021 voti pari al 36,82% dei voti), ma potrebbe anche non essere così.

Il numero dei voti che sono mancati a Ignazio Messina per arrivare a quota 40%, che in Sicilia consente l’elezione al primo turno, è infatti risultato alla fine così esiguo (circa una decina di voti) da poter anche rendere possibile un capovolgimento della situazione dopo la necessaria verifica dei verbali delle singole sezioni che sarà effettuata dal Seggio elettorale centrale presieduto da un magistrato.

Occorre quindi attendere ancora 24/48 ore per avere le necessarie certezze e consentire una riflessione politica ponderata.

Se tale verifica dei voti dovesse infatti per caso consentire a Messina di raggiungere quota 40%, l’ex sindaco porterebbe a casa non solo la riconquista dello scranno di primo cittadino, ma anche il premio di maggioranza (15 consiglieri comunali) delle proprie 5 liste a sostegno (Lista Messina la più votata, ottima anche la performance di Onda con il probabile contributo di elettori di Forza Italia) che come coalizione hanno superato il 45%, con un evidente voto disgiunto che ha danneggiato lo stesso Messina.

Se invece venisse confermato il ballottaggio, Fabio Termine potrebbe anche diventare il possibile trionfatore di queste elezioni amministrative, perché gli attuali 698 voti in più di Ignazio Messina potrebbero diventare uno scarto poco rassicurante al cospetto degli oltre 5 mila voti in libertà del candidato Matteo Mangiacavallo che andrebbero a redistribuirai, a parte ancora la possibilità di un ipotetico apparentamento ( peraltro escluso stasera da Matteo Mangiacavallo in TV) che consentirebbe alle liste dello stesso Mangiacavallo di usufruire parzialmente del premio di maggioranza.

Quella di Fabio Termine stasera appare come una importante vittoria politica, anch’essa però nella sostanza appesa al sottilissimo filo di una manciata di voti.

A renderla forse un po’ meno dolce del dovuto c’è stata la partenza sprint delle prime sezioni, che aveva fatta accarezzare a Mizzica & C. il sogno un risultato straordinario di vittoria al primo turno, ma poi il risultato elettorale del candidato Termine si è stabilizzato sul 37% ed è di contro iniziata la grande paura di quell’avversario sempre collocato tra il 39,5% e il 40,2%. Una tensione da thriller del terrore. Alla fine il ballottaggio sembra e sarebbe una grandissima conquista per Termine, ma ancora da suggellare con il dato dell’ufficialità.

Se e non appena esso sarà confermato, allora inizierebbe una campagna elettorale del tutto diversa, una seconda fase nella quale tutto può accadere ma, sopratutto, la situazione potrebbe capovolgersi.

Prima era Ignazio Messina la lepre da inseguire, il favorito con il maggior numero di liste del suo “Patto per Sciacca” a corredo, una candidatura e una campagna elettorale lanciata da fine gennaio.

In una seconda fase sarebbe invece Fabio Termine quello che ha fatto il “miracolo” di impedire l’elezione di Messina al primo turno, nonostante il ritardo di ben 4 mesi di campagna elettorale rispetto a Messina, nonostante l’alleanza non semplice e ritardata con il PD.

Ma Fabio Termine è uno “testardo” e questo aspetto della sua personalità può essere un limite, ma a volte anche un talento: è uno che ci crede davvero in sé stesso e nella possibilità di cambiare la politica di questa città. Ha convinto i suoi potenziali elettori che è possibile farlo, e adesso se la gioca ad armi pari con il politico navigato, con chi fa della competenza il proprio credo, con chi ha pochi rivali nella dialettica politica.

Diventa a quel punto decisivo l’elettorato di Matteo Mangiacavallo, lo sconfitto, inutile girarci intorno. Ignazio Messina ha detto nei giorni passati di aver intravisto un patto politico di non aggressione tra Termine e Mangiacavallo, e se fosse vero potrebbe anche diventare un patto elettorale in questa seconda fase, più o meno esplicito. Staremo a vedere se lo diventerà davvero, comunque si può anche immaginare che l’esito finale dipenderà molto dalla pancia di quelli che hanno votato Mangiacavallo, più ancora che dalle indicazioni di voto che riceveranno. Ignazio Messina è uomo e un politico dalle mille risorse, sicuramente non starà a guardare e qualcosa si inventerà, i tantissimi appuntamenti elettorali in cui è stato sia vincente che perdente ne hanno sicuramente temprato lo spirito battagliero.

E i candidati assessori? Termine ne deve indicare ancora due, Messina uno. Ma anche questi nomi, ad oggi sconosciuti, potrebbero dare una direzione al vento.

Il consigliere comunale Calogero Bono dovrebbe essere stato il più votato, con quasi mille voti. Complimenti a lui e forse anche qualche rimpianto nella sua coalizione per non aver puntato su di lui come sindaco.

Per finire il Partito Democratico, che esce decisamente bene dalla contesa elettorale, grazie al profondo rinnovamento anche generazionale operato nelle candidature (tranne quella del capolista). La sommatoria delle due liste, di quella targata PD e di quella “affine” di Ferdinandea va oltre il 16% , da considerare un risultato apprezzabilissimo per la segreteria di Gianluca Fisco

Forse può rappresentare anche una buona base per far diventare un vero progetto politico innovativo l’alleanza con Mizzica.

Per finire un doveroso e sentito complimento alla conduzione della lunghissima maratona elettorale su RMK TV da parte di Maria Genuardi e Massimo D’Antoni, bravissimi emuli delle più famose maratone elettorali targate Mentana, che hanno condotto sapientemente oltre sei ore di diretta senza mai far annoiare il pubblico e senza mai cadere in argomenti o domande scontate.

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